
PallaNuotoItalia si studia all’università
martedì, 2 Dicembre 2014
Interviste
Un modello da studiare per la sua efficacia in campo economico-imprenditoriale e in campo sportivo: PallaNuotoItalia con il suo campionato amatoriale (appena presentata l’edizione 2014/15) e la sua scuola estiva ha colpito un ragazzo con la passione della pallanuoto tanto da dedicargli la tesi del suo master universitario. Tiziano Peruzzi, già laureato in Scienze Motorie, istruttore, allenatore e coordinatore in impianti natatori, ha deciso di approfondire i suoi studi nell’ambito del management sportivo frequentando il Master in Sport Management, Marketing and Society dell’Università Bicocca di Milano. Durante il suo percorso di studi ha conosciuto PallaNuotoItalia, prima come atleta poi come tirocinante e quindi ha deciso di dedicarle il suo lavoro finale: “Progetto Marketing per lo sviluppo della pallanuoto attraverso gli enti di promozione sportiva”.
Come hai conosciuto PallaNuotoItalia?
Ho partecipato con una squadra dell’In Sport Cesano al campionato 2013-14. In FIN non c’era equilibrio, o forti o deboli, un po’ come si vede ancora in Serie A. PallaNuotoItalia invece ha creato il giusto mix per far giocare tutti.
Cosa ti ha colpito di PallaNuotoItalia?
La semplicità riportata nella pallanuoto. Si gioca per divertirsi, tutti possono giocare, che siano alle prime armi o che siano master. Questo non significa che il livello sia scarso, ma che la pallanuoto viene vista innanzitutto come attività sportiva e ricreativa, dove non conta per forza il risultato. Un po’ come il calcetto: vai ad allenarti una-due volte a settimana per stare insieme, per svagarti.
Da quale spunto è nato il tuo project work?
Ho chiesto di fare il tirocinio presso PallaNuotoItalia e insieme abbiamo cercato di portare la pallanuoto in più centri natatori e di svilupparla al camp estivo che PNI organizza ogni anno. Ho conosciuto una struttura che funziona e che annovera anche persone con un curriculum di tutto rispetto nel mondo della pallanuoto, vedi Cattino, Bovo, Baldineti, Cavallini. Era doveroso relazionare quanto ho appreso e visto.
Cioè?
Cioè che la pallanuoto non la devi finanziare. A parte lo spazio acqua che gli devi riservare, che spesso però è lo scoglio maggiore per i gestori degli impianti perché porta via ore e corsie ad acquagym e corsi, servono solo due porte e qualche pallone. La pallanuoto crea fidelizzazione del cliente perché piace, perché è un gioco, non è l’andare avanti e indietro del nuoto. Crei una passione e PallaNuotoItalia l’ha creato allargando la base di uno sport bellissimo.
Come vedi il rapporto tra PallaNuotoItalia e la Federazione Italiana Nuoto?
PallaNuotoItalia è una via parallela alla FIN che però a un certo punto potrà incontrarsi con essa, anche se al momento c’è ancora un po’ di incomprensione e fraintendimento delle sue potenzialità. PallaNuotoItalia è un punto forte di partenza in Lombardia e la mia speranza è che diventi un progetto veramente nazionale. È un modello poi che si può esportare per sviluppare tutti gli sport minori.
Tiziano Peruzzi ha esposto la sua tesi di fronte a una commissione composta tra gli altri dal professor Righini della FIGC, dal professor Martino della FIN e dal professor Franco B. Ascani, membro CIO e presidente della FICTS (Federation Internazionale Cinema Television Sportifs). Anche alla presentazione PallaNuotoItalia del 30 novembre ha esposto ai presenti il suo lavoro e ricevuto i complimenti dei relatori.
Francesca Caminada
Ufficio Stampa PNI